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Proverbi sui gatti

Proverbi sui gatti

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Consigliato da Gourmet

Uno dei proverbi sui gatti più conosciuti e usati dello Stivale recita: quando il gatto non c’è, i topi ballano. È noto, del resto, che i felini considerano i topi delle ottime prede adatte a lauti pasti o, se non hanno fame, a essere esposti come trofei di caccia. Ecco perché è saggio, per i piccoli roditori, stare sempre a distanza di sicurezza dai gatti o, addirittura, traslocare. A riprova della difficile convivenza c’è la scelta, tutt'altro che rara per chi vive in campagna, dell’adozione del gatto capace di unire l’utile al dilettevole: una regale compagnia pelosa e un’efficace metodo per allontanare i piccoli animali indesiderati.

Ma il micio è davvero così bravo a tenere a bada le creature più invadenti che si conoscano? La risposta è, nella quasi totalità dei casi, affermativa. 

Tuttavia, anche il gatto, a volte, si deve prendere un po’ di riposo. È questo il momento in cui il furbo topo, che magari ha vissuto mesi rintanato pur di non fare brutti incontri, mette cautamente il naso fuori dal nascondiglio. Dopo un’attenta e ripetuta osservazione dell’ambiente circostante, il roditore, sicuro dell’assenza del felino, si lascia prendere dall’euforia: chiama i suoi compagni e, tutti insieme, si danno alla pazza gioia, scorrazzando da un angolo all’altro della casa. Sicuramente si affretteranno a fare riserva di alimenti ma, a fine giornata, non potranno resistere a un altro po’ di divertimento e balleranno fino a notte fonda, ignari del pericolo: il gatto, infatti, torna sempre a casa, e se piomba nel bel mezzo della festa, dei topi si fa un sol boccone.

Altri proverbi su gatti e topi

Da queste e simili situazioni nascono anche altri proverbi su gatti e topi, frutto di altre culture ma di simili esperienze.

In Scozia, per esempio, si dice che il gatto timido fa il topo coraggioso; mentre in Russia ci si concentra sul cibo: se neghi al gatto il latte, dovrai dare la panna al topo. Il problema del caos originato dall’assenza di chi comanda, pare essere diffuso capillarmente: nato nella cultura contadina è diventato universale. E pure in Italia del detto esistono tante versioni quante i dialetti nostrani.

Uno su tutti? In Sicilia dicono: Quannu lu attu 'un c'è li surci abballanu! Così, di provincia in provincia, i suoni cambiano ma il significato no.